Che cosa significa biologico?

Foto scattate nel nostro orto il 15/05/2016 al Casale di Martignano

In questi ultimi anni in Italia sta prendendo piede, sempre più, un tipo di alimentazione cosiddetta “bio”.
Quando si parla di mangiare biologico, si intende l’assunzione di cibo prodotto mediante tecniche di agricoltura e allevamento che non utilizzano sostanze di sintesi chimica (antiparassitari, diserbanti, fitofarmaci e ovviamente gli OGM, organismi geneticamente modificati). Sono ammessi, infatti, soltanto una cinquantina degli oltre 360 additivi utilizzati dall’industria alimentare convenzionale, tra l’altro limitatamente ad alcuni prodotti, e sono vietati coloranti (sia naturali che artificiali), gli esaltatori del gusto e gli additivi organici artificiali.
Questo metodo risulta molto complesso e costoso perché, per mangiare naturale e “sfruttare” al massimo le proprietà nutritive di ogni singolo alimento, le regole da rispettare sono molte, ma è tutto a vantaggio della salute.
Il tipo di terreno, per esempio, deve rispettare i criteri previsti dal regolamento europeo Reg. (CE) n° 834/2007 (che regolamenta la produzione e l’etichettatura del prodotto biologico), che prevede lo “sfruttamento” della naturale fertilità del suolo e promuove quindi la biodiversità; per farlo, si adotta l’antica tecnica della rotazione delle colture che “sfrutta” in modo più razionale e meno intensivo le sostanze nutrienti del terreno e non permette quindi ai parassiti di ambientarsi ed insediarsi. Allo stesso tempo, per proteggere il terreno vengono utilizzate sostanze naturali vegetali, mentre gli animali che concimano la terra sono alimentati con erba e foraggi biologici e non assumono ormoni o medicinali che ne stimolino o alterino la crescita.
Questa metodologia non è adatta per tutti i tipi di terreni, anche perché devono essere lontani da fonti di inquinamento o da altri campi dove si pratica l’agricoltura convenzionale; per evitare contaminazioni eventualmente può essere protetto con siepi e alberi piantati lungo il periodo.
Un’altra regola importante che si deve rispettare per un prodotto bio riguarda anche la distribuzione dei prodotti sugli scaffali dei negozi. Che siano di origine animale o vegetale, non deve esserci alcun “aiuto” di tipo sintetico o chimico né per accelerare i tempi di crescita delle colture o del bestiame, né per manipolare gli alimenti in fase di trasformazione.
Rispettare completamente queste direttive richiede tempi piuttosto lunghi e notevoli percentuali di scarto, dovute appunto all’assenza di prodotti chimici, senza contare la mancanza di terreni adatti ad utilizzare questo tipo di metodologia; tutto ciò si ripercuote sul prezzo più alto del prodotto finito, e forse proprio per questo resta al momento ancora un mercato di nicchia in Italia.
Ciò non toglie comunque una maggiore diffusione da parte dei consumatori nella scelta del biologico, e quindi una maggiore sensibilità nei confronti del consumatore in un’alimentazione molto più sana e priva di sostanze chimiche e artificiali.

Fonte: wisesociety.it

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