Articolo di La Repubblica del 5 Maggio 2016.
Economia circolare, come risparmiare 8 mld di tonnellate di materie prime
L’economista Peter Lacy spiega nel suo libro anticipato ad Affari&Finanza “Circular economy. Dallo spreco al valore” scritto assieme a Jacob Rutqvist e Beatrice Lamonica i concetti di riduci, riusa e ricicla. Gli esempi di Barikamà, Caterpillar, Gm e Michelin
ROMA – Estrazione, produzione, rifiuto. La catena dell’economia lineare come l’abbiamo conosciuta dai tempi della rivoluzione industriale, evolve in un modello ciclico che si rinnova continuamente e che affonda le sue radici nelle famose tre R: riduci, riusa e ricicla. E’ il modello dell’economia circolare che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e le materie vengono costantemente riutilizzate. Il modello è quello dell’upcycling che consiste nel trasformare rifiuti e materiali di recupero in prodotti di qualità superiore, siano essi mobili di design o componentistica.
Da non confondersi con un approccio in stile decrescita felice, perché l’economia circolare è strettamente un concetto profit che teorizza sviluppo e prosperità attraverso il disaccoppiamento tra progresso e i suoi effetti non desiderati come scarsità di risorse e inquinamento. “Si tratta di un ripensamento radicale del rapporto tra materie prime e mercati, un cambiamento a livello culturale tra produzione e consumo”, spiega Peter Lacy ad Affari&Finanza a cui ha anticipato dei brani di “Circular economy. Dallo spreco al valore” il libro scritto assieme a Jacob Rutqvist e Beatrice Lamonica. Il libro sarà presentato il 10 maggio dalla Fondazione Italiana Accenture ed Egea nell’ambito di un dibattito presso l’Università Bocconi, con case history dal mondo profit e da quello non profit.
Dalla sua esperienza su 120 aziende come direttore mondiale dei servizi di sostenibilità per l’omonimo gruppo di consulenza, l’autore ha formalizzato 5 modelli di business che guidano i processi industriali verso un’economia circolare. “Concettualmente si tratta di sganciare la crescita economica dall’estrazione e dal consumo di risorse naturali, facendo in modo che materie prime come energia, acqua, suolo e minerali rimangano per il massimo del tempo possibile all’interno del processo produttivo, per essere infine rigenerati e diventare risorse per qualcun altro” illustra Lacy. La scala di applicazioni è molto ampia. Per esempio pratica, a sua insaputa, economia circolare la cooperativa sociale Barikamà che raccoglie e riusa (non ricicla!) i barattoli di vetro contenente lo yogurt da latte biologico (niente chimica) che ha distribuito ai suoi clienti in bicicletta (mobilità sostenibile)
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